Apertura Falesia della Torre Dimenticata

7 VIE - 13 TIRI - 300m CHIODATI Per la descrizione dettagliata della Falesia, vai a:  Falesia Torre Dimenticata La  Falesia Torre Dimenticata  apre al pubblico con una selelzione di vie dal V al 6c. C'è ancora tanto lavoro da fare, ma vogliamo condividere con voi questo bellissimo posto. Alle vie Re Mugo e Non Dimenticarmi sulla Torre, si aggiungono la via The Edge , sul diedro di fronte alla Torre e il settore  MURAGLIA . La  MURAGLIA  è una placconata di 40 metri che si tuffa dai prati del colle Montu sulla parete nord della Torre Dimenticata. Le vie sono lunghe e sostenute: i primi 20 metri leggermente strapiombanti con un finale su placca tecnica e poco lavorata. La chiodatura è stretta per delle salite plasir e le soste sono unite da una corda fissa per poter provare tutte le linee dall’alto. Quattro linee solcano la Muraglia, più di 70 fix tra soste e rinvii. Il settore è stato chiodato da M. e L. Serafini,   D. Bonfanti ,  D. Soares ,  E. Cavenati,  F. Bizzoni Ringraziamo

Nuove vie sullo Scudo della val Venina

Prima salita 04 Luglio 2020 - M. e L. Serafini, H. e S. Cantù, S. e G. Verderio


Difficoltà: IV/ IV+; R4 parzialmente attrezzate, necessari chiodi a lama e martello
Dislivello: 130m, sviluppo 165m
Roccia: gneiss molto compatto
Avvicinamento: 2:30

NOTA: L'arrampicata sullo scudo è arricchita dalla difficoltà di protezione. Chiediamo ai futuri frequentatori di non spittare questa piccola parete, che merita l'approccio alpinistico scelto dai primi salitori.


Lo Scudo del Venina è formato da un filone di GCCS (Gneiss Chiaro del Corno Stella, o gneiss leucocratico) che emerge di traverso in Val Venina, sbarrandone il corso proprio al di sotto della conca glaciale sommitale, quella che ospita la miniera di siderite con il forno fusorio tuttora presente. Una piccola Val Masino in terra Orobica; una liscia placconata gneissica larga circa 150 metri e alta circa 130 metri, che si erge come uno scudo granitico in Val Venina. Arrampicata di grande soddisfazione, su gradi non esageratamente alti (la placca ofrre più appigli di quanto si possa pensare alla base) ma di difficile protezione, con run-out che possono superare i 10 metri.

Le due vie risalgono lo Scudo nella sua parte centrale, compatta e apparentemente insuperabile, avara di fessure non-cieche e levigata in forma di rocce montonate dalla paziente e determinata azione dell’antico ghiacciao del Venina. Varie altre possibilità sono offerte dallo Scudo, a destra un grande ed estetico diedro, a sinistra un tetto a semicerchio sovrastato da diedri e placche più articolate. Ma certamente il settore centrale è il più impattante dal punto di vista estetico, richiamando l’attenzione del viandante anche da chilometri di distanza, come dalla casa dei custodi della diga del Lago Venina. Impressionanti per la compattezza della roccia il primo tiro di “Walk on Venina’s Wild Side” ed il secondo tiro della “Walk on Venina’s Right Side”: decine e decine di metri di arrampicata senza la minima discontinuità/frattura del muro roccioso, che appare al salitore come un blocco monolitico generato da fusione magmatica. Insomma una polenta gneissica ben cotta, alla bergamasca!


Avvicinamento       

Da Ambria (1325m, raggiungibile in auto dopo aver comprato apposito permesso di transito al bar di fronte al Municipio di Piateda) si segue il sentiero-mulattiera per la diga del Venina, percorrendo le famose Scale del Venina (qui scendevano fino al secolo scorso con le slitte trasportando i lingotti di ghisa pre-lavorati al forno fusorio posto a circa 2200m di quota appena sopra lo Scudo), da cui si percorre la stradina che costeggia il lago sul versante est (destra idrografica) fino alla casera posta all’affluenza dell’immissario. Continuare per la stradina che risale la valle in leggera pendenza sul versante sinix idrografico fino ad un guado del torrente, da cui si passa sul lato destro idrografico ormai in prossimità del baitone situato a 2017m di quota, a poche decine di metri dalla base dello Scudo: calcolare circa 2 ore e 30’ da Ambria.


Relazioni Tecniche

Via “Walk on Venina’s Wild Side

M. e L. Serafini, S. e H. Cantù, G. e S. Verderio

L1: Attaccare sotto la verticale del primo chiodo ad anello, posto in una fessurina a circa 6 metri da terra. Risalire la placca direttamente, guadagnando una sottile cornice posta a circa 5-6 metri sopra il primo chiodo (secondo chiodo), da cui si continua in linea pressochè retta, negoziando con spostamenti alternati dx-sinix le varie fessurine presenti, sino a guadagnare il bordo del primo salto della placconata, da cui si perviene alla sosta (S1 2chf, 45m, V-, 4ch)

L2: Si tende leggermente a sinistra a prendere una fessura che solca la placconata, poi si supera direttamente il sistema di placche ed un muretto terminale che permette di guadagnare un comodo terrazzo concavo (S2 2chf, 60m, III+, 3ch)

L3: Con facile risalita si percorrono gli articolati scivoli sommitali fino all’omino di vetta (S3 spuntone, 60m, II)


Via “Walk on Venina’s Right Side

M. Serafini e H. Cantù

L1: Attaccare circa 10 metri a sinix del grande diedro, in corrispondenza di un blocco appoggiato alla parete. Si risale la placca direttamente puntando al muretto verticale terminale, che si supera verso sinistra (S1 2chf, 35m, IV/IV+)

L2: Si prosegue seguendo la placca più compatta che disegna una schiena nel bel mezzo della parete. Raggiunta la cornice sommitale, ci si sposta sulla destra per prendere un divertente sistema di fessure che porta alla sosta (S2 chiodi, 60m, IV/IV+)


Via “Terrazzo Fiorito

M. Serafini, H. Cantù, S. Binotto

L1: Salire su placca in direzione del grande corno di pietra e rimontarlo con passo atletico per arrivare ad un comodo terrazzino fiorito. Continuare sulla verticale fino a guadagnare la placca aperta soprastante, più facile, ma difficile da proteggere. Cercare la sosta qualche metro a destra di un muretto nerastro (S1 2chf, 50m, V poi IV, 3ch)

L2: Salire senza percorso obbligato su belle placche compatte, poi traversare verso sinistra per sostare sotto la grande gobba nerastra al margine destro dello Scudo (S2 1chf, 55m, III+)

L3: Risalire la gobba in diagonale verso destra, seguendo la linea più rotta, quindi continuare sulla verticale per gli ultimi metri di placca molto compatta (aggirabile sulla destra, ma molto divertente). Continuare oltre la cima della gobba per sostare sulla destra su masso appoggiato. (S3 masso, 40m, IV, V la placca finale)


Attacco di Wild Side

Aderenza!!

Per proteggere bisogna essere creativi

L'attacco è un su un comodo prato


Primo tiro di Wild

Primo tiro di Right

Secondo tiro di Right

La placca del secondo tiro di Right vista dal basso

Scendendo sul lato sinistro dello scudo, tra formazioni di GNEISS


Tracciati



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