Prima salita 24 Maggio 2020 - Emanuele Cavenati, Silvia Rava, Marco Serafini
Difficoltà: 5c; S1 attrezzata a spit
Dislivello: sviluppo 40m
Roccia: verrucano di buona qualità
Avvicinamento: 2:00
Il Pilastro delle Emergenze Silvestri rappresenta un
possente scoglio di verrucano che il Monte Mincucco protende verso Sud, a
fare da contrafforte tra la Valle Serrada e la Val Mora. Molto ben
visibile sia da Piazza Brembana che da Santa Brigida, il PES costituisce
una delle strutture rocciose più possenti e compatte della zona, alto
circa 150 metri con placche basali compattissime ed una cuspide di
blocchi verticali e aggettanti che gli conferisce un aspetto turrito.
Lo spigolo Sud è segnato alla base da un caratteristico tetto molto ben
visibile sin dal fondo valle.
L’esplorazione del PES è
iniziata negli anni ’80 con l’apertura, dopo vari tentativi, della via
Lia (relazione tecnica Annuario Cai Bergamo 1984), che segue lo spigolo
Sud con superamento del tetto ed andamento poi diagonale a sinistra ad
evitare gli strapiombi della torre sommitale: via aperta in
trad-climbing con la licenza di due chiodi a pressione (pre-spit) per il
superamento in artificiale del tetto. In anni più recenti anonimi hanno
aperto varie vie mono-tiri in stile falesia sulla compatta placconata a
destra dello spigolo Sud: non si trovano notizie/info riguardo a queste
vie.
Avvicinamento
L’avvicinamento
più consigliato (anche se forse un poco più lungo) è da Caprile,
frazione di Santa Brigida, che si raggiunge tramite stradetta asfaltata
fino al parcheggio poco a valle della frazione. Si attraversa il paese e
si prende il sentiero che a mezza costa tende verso la Val Mora
(seguire sempre le indicazioni ed i cartelli per la Casera Serrada).
Dopo circa mezz’ora di cammino si arriva quasi sul fondo della Val
Serrada, in prossimità del torrente. Qui prestare attenzione a non
seguire il sentiero che lo attraversa (che conduce all'alpe Fraccia) ma a
prendere a sinistra per il sentiero che si inerpica nel bosco,
attraversando con ripidi tornanti una suggestiva abetaia (vari scorci
sul PES). Dove l’abetaia termina ed il sentiero esce in aperto pendio
(caratterizzato da ontani, siamo qui poco sotto la Casera Serrada che
comunque non è ancora visibile da questo punto) in prossimità nuovamente
del torrente Serrada, si attraversa il torrente appena possibile, e si
continua salendo (flebili tracce di sentiero) per un costoncino erboso
con sparsi abeti che risale a fianco del torrente (sul lato destro
salendo, sinistro orografico). Qui inizia la parte difficoltosa
dell’avvicinamento al PES, che richiede anche molto prudenza causa vari
salti rocciosi nascosti nell’abetaia e cenge di olina esposte sui salti
(che purtroppo giustificano i numerosi casi di incidenti ad
escursionisti riportati in questa valle). Dove il costoncino erboso
termina (15 minuti circa di salita dall’attraversamento del torrente),
si tende decisamente a destra (in direzione del PES, che si intravede
tra gli alberi), in leggera salita a mezzacosta, attraversando l’abetaia
scoscesa e rotta da salti, negoziando la cengia migliore e cercando di
individuare una flebile traccia che ci fa guadagnare la
valletta-canalone adiacente al PES. Si entra con prudenza nella valletta
tramite una pendio cengia dove il sentiero diventa più visibile, e si
attraversa il torrentello proprio al di sotto dei contrafforti basali
della parete Ovest del PES (qui molto repulsiva). Il sentiero, ora
evidente (dotato di muretti a secco ancora semi-visibili nella
vegetazione) permette di guadagnare, in risalita verso destra alla base
dei salti, un pendio più aperto e meno ripido alla base dello spigolo
Sud del PES. Poco sotto si nota una caratteristica piramide “azteca” che
si slancia in forma di torrone staccato nel bosco, formando un pulpito
di rara bellezza verso la valle. L’ attacco delle via Lia è situato a
circa 1600 m. Un cordino bianco ben visibile alla base dello spigolo ne
costituisce la S0. Il sentiero continua risalendo alla base della parete
Est del PES, formata dalla placconata compattissima ben visibile da
valle, solcata da un paio di mono-tiri spittati. Adiacenti ma separati
dal PES, due pilastrini dominati da un paio di enormi tetti triangolari
aggettanti, offrono altre interessanti opzioni di salita. A differenza
degli anni ’80 quando il PES fu scoperto/esplorato, la presenza di
vegetazione in parete è aumentata moltissimo, causa global warming,
intasando la maggior parte dei diedri e camini, e forzando le linee di
arrampicata a seguire le placche più compatte.
La via Farina di Ale sale su una piccola parete poco oltre il PES (pilastro del Mincucco).
Arrivato al pes, si incontra per prima la via Lia, che parte sotto un tetto ben visibile, alla cui destra si vedono
tre linee spittate di cui non abbiamo informazioni. Proseguendo oltre
al pilastro si nota una parete più piccola tra due diedri.
La via attacca sulla placca (sosta in partenza su due spit) e passa vicino a un giglio ben visibile dal basso.
Relazione tecnica
L1: Salire in verticale per circa 20m, superando balze rocciose e raggiungendo la zona più compatta della placca, con la possibilità di prendere la fessura a destra, popolata da formiche (S1 due spit da unire, 20m, 5b, 4 spit)
L2: Salire in verticale verso l'evidente tetto e superarlo sulla sinistra con un passaggio atletico. Continuare prima sulla destra e poi spostarsi sulla sinistra (roccia migliore) su un muretto verticale appigliato. Uscire verso il grosso diedro dove si trova la sosta (erba e rovi). Sosta panoramica e comoda (S2 due spit da unire, 20m, 5c con passaggio di 6a per superare il tetto, 6 spit)
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