Apertura Falesia della Torre Dimenticata

7 VIE - 13 TIRI - 300m CHIODATI Per la descrizione dettagliata della Falesia, vai a:  Falesia Torre Dimenticata La  Falesia Torre Dimenticata  apre al pubblico con una selelzione di vie dal V al 6c. C'è ancora tanto lavoro da fare, ma vogliamo condividere con voi questo bellissimo posto. Alle vie Re Mugo e Non Dimenticarmi sulla Torre, si aggiungono la via The Edge , sul diedro di fronte alla Torre e il settore  MURAGLIA . La  MURAGLIA  è una placconata di 40 metri che si tuffa dai prati del colle Montu sulla parete nord della Torre Dimenticata. Le vie sono lunghe e sostenute: i primi 20 metri leggermente strapiombanti con un finale su placca tecnica e poco lavorata. La chiodatura è stretta per delle salite plasir e le soste sono unite da una corda fissa per poter provare tutte le linee dall’alto. Quattro linee solcano la Muraglia, più di 70 fix tra soste e rinvii. Il settore è stato chiodato da M. e L. Serafini,   D. Bonfanti ,  D. Soares ,  E. Cavenati,  F. Bizzoni Ringraziamo

Via Farina di Ale - Mincucco

Prima salita 24 Maggio 2020 - Emanuele Cavenati, Silvia Rava, Marco Serafini

Difficoltà: 5c; S1 attrezzata a spit
Dislivello: sviluppo 40m
Roccia: verrucano di buona qualità
Avvicinamento: 2:00

Il Pilastro delle Emergenze Silvestri rappresenta un possente scoglio di verrucano che il Monte Mincucco protende verso Sud, a fare da contrafforte tra la Valle Serrada e la Val Mora. Molto ben visibile sia da Piazza Brembana che da Santa Brigida, il PES costituisce una delle strutture rocciose più possenti e compatte della zona, alto circa 150 metri con placche basali compattissime ed una cuspide di blocchi verticali e aggettanti  che gli conferisce un aspetto turrito. Lo spigolo Sud è segnato alla base da un caratteristico tetto molto ben visibile sin dal fondo valle.
L’esplorazione del PES è iniziata negli anni ’80 con l’apertura, dopo vari tentativi, della via Lia (relazione tecnica Annuario Cai Bergamo 1984), che segue lo spigolo Sud con superamento del tetto ed andamento poi diagonale a sinistra ad evitare gli strapiombi della torre sommitale: via aperta in trad-climbing con la licenza di due chiodi a pressione (pre-spit) per il superamento in artificiale del tetto. In anni più recenti anonimi hanno aperto varie vie mono-tiri in stile falesia sulla compatta placconata a destra dello spigolo Sud: non si trovano notizie/info riguardo a queste vie.

Avvicinamento       
L’avvicinamento più consigliato (anche se forse un poco più lungo) è da Caprile, frazione di Santa Brigida, che si raggiunge tramite stradetta asfaltata fino al parcheggio poco a valle della frazione. Si attraversa il paese e si prende il sentiero che a mezza costa tende verso la Val Mora (seguire sempre le indicazioni ed i cartelli per la Casera Serrada). Dopo circa mezz’ora di cammino si arriva quasi sul fondo della Val Serrada, in prossimità del torrente. Qui prestare attenzione a non seguire il sentiero che lo attraversa (che conduce all'alpe Fraccia) ma a prendere a sinistra per il sentiero che si inerpica nel bosco, attraversando con ripidi tornanti una suggestiva abetaia (vari scorci sul PES). Dove l’abetaia termina ed il sentiero esce in aperto pendio (caratterizzato da ontani, siamo qui poco sotto la Casera Serrada che comunque non è ancora visibile da questo punto) in prossimità nuovamente del torrente Serrada, si attraversa il torrente appena possibile, e si continua salendo (flebili tracce di sentiero) per un costoncino erboso con sparsi abeti che risale a fianco del torrente (sul lato destro salendo, sinistro orografico). Qui inizia la parte difficoltosa dell’avvicinamento al PES, che richiede anche molto prudenza causa vari salti rocciosi nascosti nell’abetaia e cenge di olina esposte sui salti (che purtroppo giustificano i numerosi casi di incidenti ad escursionisti riportati in questa valle). Dove il costoncino erboso termina (15 minuti circa di salita dall’attraversamento del torrente), si tende decisamente a destra (in direzione del PES, che si intravede tra gli alberi), in leggera salita a mezzacosta, attraversando l’abetaia scoscesa e rotta da salti, negoziando la cengia migliore e cercando di individuare una flebile traccia che ci fa guadagnare la valletta-canalone adiacente al PES. Si entra con prudenza nella valletta tramite una pendio cengia dove il sentiero diventa più visibile, e si attraversa il torrentello proprio al di sotto dei contrafforti basali della parete Ovest del PES (qui molto repulsiva). Il sentiero, ora evidente (dotato di muretti a secco ancora semi-visibili nella vegetazione) permette di guadagnare, in risalita verso destra alla base dei salti, un pendio più aperto e meno ripido alla base dello spigolo Sud del PES. Poco sotto si nota una caratteristica piramide “azteca” che si slancia in forma di torrone staccato nel bosco, formando un pulpito di rara bellezza verso la valle. L’ attacco delle via Lia è situato a circa 1600 m. Un cordino bianco ben visibile alla base dello spigolo ne costituisce la S0. Il sentiero continua risalendo alla base della parete Est del PES, formata dalla placconata compattissima ben visibile da valle, solcata da un paio di mono-tiri spittati. Adiacenti ma separati dal PES, due pilastrini dominati da un paio di enormi tetti triangolari aggettanti, offrono altre interessanti opzioni di salita. A differenza degli anni ’80 quando il PES fu scoperto/esplorato, la presenza di vegetazione in parete è aumentata moltissimo, causa global warming, intasando la maggior parte dei diedri e camini, e forzando le linee di arrampicata a seguire le placche più compatte. 

La via Farina di Ale sale su una piccola parete poco oltre il PES (pilastro del Mincucco).
Arrivato al pes, si incontra per prima la via Lia, che parte sotto un tetto ben visibile, alla cui destra si vedono tre linee spittate di cui non abbiamo informazioni. Proseguendo oltre al pilastro si nota una parete più piccola tra due diedri.
La via attacca sulla placca (sosta in partenza su due spit) e passa vicino a un giglio ben visibile dal basso.

Relazione tecnica       
L1: Salire in verticale per circa 20m, superando balze rocciose e raggiungendo la zona più compatta della placca, con la possibilità di prendere la fessura a destra, popolata da formiche (S1 due spit da unire, 20m, 5b, 4 spit)

L2: Salire in verticale verso l'evidente tetto e superarlo sulla sinistra con un passaggio atletico. Continuare prima sulla destra e poi spostarsi sulla sinistra (roccia migliore) su un muretto verticale appigliato. Uscire verso il grosso diedro dove si trova la sosta (erba e rovi). Sosta panoramica e comoda (S2 due spit da unire, 20m, 5c con passaggio di 6a per superare il tetto, 6 spit)

Attacco

La placca compatta del primo tiro

Arrivando alla S1

Attrezzando lo strapiombo del secondo tiro

Silvia sul muro di 5c del secondo tiro

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