Apertura Falesia della Torre Dimenticata

7 VIE - 13 TIRI - 300m CHIODATI Per la descrizione dettagliata della Falesia, vai a:  Falesia Torre Dimenticata La  Falesia Torre Dimenticata  apre al pubblico con una selelzione di vie dal V al 6c. C'è ancora tanto lavoro da fare, ma vogliamo condividere con voi questo bellissimo posto. Alle vie Re Mugo e Non Dimenticarmi sulla Torre, si aggiungono la via The Edge , sul diedro di fronte alla Torre e il settore  MURAGLIA . La  MURAGLIA  è una placconata di 40 metri che si tuffa dai prati del colle Montu sulla parete nord della Torre Dimenticata. Le vie sono lunghe e sostenute: i primi 20 metri leggermente strapiombanti con un finale su placca tecnica e poco lavorata. La chiodatura è stretta per delle salite plasir e le soste sono unite da una corda fissa per poter provare tutte le linee dall’alto. Quattro linee solcano la Muraglia, più di 70 fix tra soste e rinvii. Il settore è stato chiodato da M. e L. Serafini,   D. Bonfanti ,  D. Soares ,  E. Cavenati,  F. Bizzoni Ringraziamo

Via Terrazzo Fiorito - Scudo della val Venina

Prima salita 19 Giugno 2021 - M. Serafini, H. Cantù, S. Binotto

Difficoltà: V; R4 parzialmente attrezzata, necessari chiodi a lama e martello
Dislivello: 120m, sviluppo 145m
Roccia: gneiss molto compatto
Avvicinamento: 2:30
NOTA: L'arrampicata sullo scudo è arricchita dalla difficoltà di protezione. Chiediamo ai futuri frequentatori di non spittare questa piccola parete, che merita l'approccio alpinistico scelto dai primi salitori.

Torniamo in questa bellissima valle per aprire un'altra linea sullo Scudo. Obiettivo di questo giro erano i tetti a sinistra di "Walk on Venina's Wild Side" e il diedro all'estrema destra della placca. Trovando il diedro ancora bagnato e una bel accumulo di neve alla base della parete, decidiamo di concentrarci sui tetti. La formazione di roccia è abbastanza impressionante. Qui lo gneiss si è spaccato di netto formando un muro strapiombante alto più di 2 metri. Cercando il punto di minore resistenza troveremo un corno che sbuca dal muraglione formando un enorme gradino terrazzato, tra le cui fessure crescono i fiori viola che danno il nome alla via. Raggiungere questo terrazzino sarà il passo chiave; un passaggio boulder da scoprire, piuttosto che forzare. E poi su per 80 metri di placca bellissima fino alla base del terzo tiro, dove ci portiamo sotto ad un gnocco di gneiss alto 20m che sembra un brufolo cresciuto sulla groppa dello Scudo. Il terzo tiro è bellissimo: più verticale, ma molto appigliato, tutto proteggibile a friends fino ad una placchetta compattissima dove si prende un bel respiro e si parte per 4 metri di movimenti delicati, dimenticandosi l'ultima protezione. Una chicca trad!

Lo Scudo del Venina è formato da un filone di GCCS (Gneiss Chiaro del Corno Stella, o gneiss leucocratico) che emerge di traverso in Val Venina, sbarrandone il corso proprio al di sotto della conca glaciale sommitale, quella che ospita la miniera di siderite con il forno fusorio tuttora presente. Una piccola Val Masino in terra Orobica; una liscia placconata gneissica larga circa 150 metri e alta circa 130 metri, che si erge come uno scudo granitico in Val Venina. Arrampicata di grande soddisfazione, su gradi non esageratamente alti (la placca ofrre più appigli di quanto si possa pensare alla base) ma di difficile protezione, con run-out che possono superare i 10 metri.

Avvicinamento        

Da Ambria (1325m, raggiungibile in auto dopo aver comprato apposito permesso di transito al bar di fronte al Municipio di Piateda) si segue il sentiero-mulattiera per la diga del Venina, percorrendo le famose Scale del Venina (qui scendevano fino al secolo scorso con le slitte trasportando i lingotti di ghisa pre-lavorati al forno fusorio posto a circa 2200m di quota appena sopra lo Scudo), da cui si percorre la stradina che costeggia il lago sul versante est (destra idrografica) fino alla casera posta all’affluenza dell’immissario. Continuare per la stradina che risale la valle in leggera pendenza sul versante sinix idrografico fino ad un guado del torrente, da cui si passa sul lato destro idrografico ormai in prossimità del baitone situato a 2017 m di quota, a poche decine di metri dalla base dello Scudo: calcolare circa 2:30 da Ambria. 


Relazione Tecnica

L1: Salire su placca in direzione del grande corno di pietra e rimontarlo con passo atletico per arrivare ad un comodo terrazzino fiorito. Continuare sulla verticale fino a guadagnare la placca aperta soprastante, più facile, ma difficile da proteggere. Cercare la sosta qualche metro a destra di un muretto nerastro (S1 2chf, 50m, V poi IV, 3ch)

L2: Salire senza percorso obbligato su belle placche compatte, poi traversare verso sinistra per sostare sotto la grande gobba nerastra al margine destro dello Scudo (S2 1chf, 55m, III+)

L3: Risalire la gobba in diagonale verso destra, seguendo la linea più rotta, quindi continuare sulla verticale per gli ultimi metri di placca molto compatta (aggirabile sulla destra, ma molto divertente). Continuare oltre la cima della gobba per sostare sulla destra su masso appoggiato. (S3 masso, 40m, IV, V la placca finale)


Il passo chiave per rimontare il terrazzo fiorito

Placca del primo tiro

Bellissimo terzo tiro

Terzo tiro dal basso

Terzo tiro dall'alto

L'ultima placca del terzo tiro

Terzo tiro dal basso

Tracciati

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